Se è vero che ciechi ed ipovedenti devono acquisire la maggiore autonomia possibile dentro e fuori casa, è anche vero che la società  dovrebbe favorire tale processo rimuovendo tutti gli ostacoli fisici e culturali che rendono di fatto difficile l’emancipazione dei disabili visivi. Ci riferiamo ai veicoli parcheggiati sui marciapiedi, agli escrementi di cane che i padroni incivili non raccolgono e finiscono inevitabilmente sotto le scarpe dei ciechi, ecc.

Ci sono anche barriere poste dalla Pubblica Amministrazione. A tale proposito è da ricordare il D.P.R. 503 del 1996, che ha sancito il diritto dei disabili visivi alla rimozione delle cosiddette “barriere sensoriali”. La prima applicazione pratica di tale legge è l’obbligo per i Comuni di installare un segnalatore acustico su ogni semaforo di nuova installazione. Per evitare che il cicalino del semaforo rechi disturbo ai residenti, il semaforo deve rispettare la norma 214.7 emanata dal C.E.I. (Comitato Elettrotecnico Italiano), che prevede l’installazione sulla palina semaforica di un apposito pulsante per l’attivazione del segnale acustico, e di un dispositivo che consenta la regolazione automatica del volume del cicalino in base al rumore ambientale. Se la parte terminale di un marciapiede viene ribassata per facilitare il transito delle carrozzine, bisogna realizzare il pavimento in modo tale da fornire al cieco un segnale di pericolo, onde evitare che lo stesso finisca, senza accorgersene, in mezzo alla strada.

Sempre in forza di detto decreto un non vedente può richiedere che durante il rifacimento della pavimentazione di una piazza venga studiato un percorso a terra con pavimentazione differenziata che agevoli l’attraversamento di grandi spazi aperti privi di guide naturali.

 

Chi intende rendere accessibile ad un cieco un luogo chiuso, come ad es. un ufficio o una toilette, dovrebbe dotarlo di un percorso tattile a terra almeno nei punti in cui è indispensabile indicare diverse possibilità  di direzione, accompagnandolo con una o più mappe tattili. Le indicazioni che normalmente sono scritte accanto o all’interno delle porte dovrebbero essere riportate in codice Braille secondo la specifica UNI ed in caratteri tradizionali ingranditi e ben contrastati. Esempi di questo tipo di soluzioni iniziano ad apparire nelle stazioni ferroviarie e negli uffici postali, ma non sempre le soluzioni adottate si rivelano utili.